mercoledì, ottobre 13, 2010

Fumetto e Comunicazione - quarta parte

Indice delle puntate precedenti:
Prima parte
Seconda parte
Terza parte


È vero, ora come ora i grandi mezzi di comunicazione di massa hanno ancora un potere comunicativo superiore a quello della rete. Ma proviamo a guardare un po’ più avanti, pensando ad esempio alle statistiche secondo cui gli utenti del web aumentano esponenzialmente anno dopo anno, e diventano sempre più utenti attivi, invece che solo passivi. Quindi non si limitano a guardare dei siti web e a trarne informazioni, ma comunicano, commentano, interagiscono.

Da questo punto di vista, fare promozione in rete, sfruttando community e social network, significa sperare che prenda veramente piede – anche più di quanto non abbia già fatto – il fenomeno dell’invertising.

Invertising è un neologismo che nasce in opposizione al più noto advertising. Sta a indicare un nuovo modo di fare pubblicità, basato non più sulla comunicazione di massa e sui grandi numeri, ma sulla frammentazione dei target e sulle comunità – virtuali o meno – che quegli stessi target vanno a costituire. Insomma la versione moderna e tecnologica del passaparola. Per approfondire, si possono visitare li sito www.invertising.it e l’omonimo gruppo su Facebook.

Ecco un video che, sfrondato degli eccessi di retorica e di entusiasmo (manco l’invertising fosse la soluzione a tutti i mali del mondo), rende abbastanza bene l’idea delle destinazioni verso cui ci si sta muovendo.



In Italia, il “profeta” dell’invertising è un pubblicitario di nome Paolo Iabichino, che su questo tema ha anche scritto un libro. Non l’ho ancora letto ma conto di farlo, poi vi saprò dire. Nel frattempo, Luisa Carrada ne ha parlato qui.

La cover del libro di Paolo Iabichino.

Iabichino ha anche fatto una presentazione dell’invertising, al Festival dell’Economia, il 1 giugno 2009. Dura quasi un’ora ma vale la pena di essere vista e ascoltata con attenzione. La potete trovare a questa pagina, cliccando sul video numero 3 (non sono riuscita in nessun modo a linkarlo direttamente, sorry).

Bene; a partire dal minuto 21 del suo intervento, Iabichino dice quanto segue.

Qualche anno fa, la rivista Business Week ci parlò dei blog e di come questi avrebbero cambiato il nostro modo di fare business. Qualche mese dopo, fu la stessa Business Week a dire “Beyond blogs”, cioè “oltre i blog”. Non è più un fatto di rete, non è più un fatto di tecnologia: le persone sono connesse – grazie alla rete – in maniera nuova, in maniera inedita. E grazie a questa capacità di conversazione, stanno seriamente ridefinendo i paradigmi della comunicazione e della pubblicità. Significa che, forse, tutta quell’attenzione che noi [pubblicitari] mettevamo nell’execution, nel “pregio artistico” di ciò che facciamo, in qualche caso dovrà lavorare a favore dell’experience.
Ora vi faccio vedere una campagna che io trovo molto particolare, in questo senso.

[a questo punto viene proiettato un video con voce registrata fuori campo]
“Mamma, papà, perché non dormiamo qui, stanotte?”
Una frase, un’innocente richiesta di un bimbo ai suoi genitori, si è trasformata in una simpatica operazione di marketing dell’Ikea, la popolarissima catena svedese di ipermercati del mobile, presente un po’ ovunque.
Nella sede norvegese di Oslo, la direzione del centro d’arredamento ha selezionato e invitato una trentina di famiglie a trascorrere, appunto, una notte lì con loro, dormendo sui letti in esposizione e provando direttamente il conveniente comfort delle proposte in vendita. Ci è sembrata un’idea carina e accattivante, dice il portavoce dell’Ikea in Norvegia: “le famiglie scelte per questa iniziativa si sono dimostrate felici di toccare con mano la nostra ospitalità e la qualità dei nostri mobili.”

[Paolo Iabichino riprende a parlare]
Questi hanno avuto l’idea di far passare la notte nei loro magazzini e nei loro showroom a una trentina di famiglie, che sono state accolte, sono state intrattenute. Trenta famiglie. A noi hanno insegnato che bisognava andare in televisione per parlare a un sacco di gente. Questi hanno fatto un’operazione destinata a trenta famiglie. Le hanno ospitate, le hanno intrattenute, hanno letto le favole ai bambini, hanno offerto loro la colazione la mattina. Hanno fatto vivere a queste persone una esperienza.

Un magazzino Ikea a Roma.


L’unico commento che aggiungo io è il seguente: se una cosa del genere l’ha fatta l’Ikea, ovvero un colosso che può permettersi tutte le pubblicità del mondo e tutti i canali mass-mediatici del mondo, allora si vede che i vertici dell’Ikea - mica gli ultimi arrivati - l’hanno ritenuto un metodo efficace.

- fine quarta parte -

1 commento:

Francesco Moretti ha detto...

Vale, hai il raro dono di spiegare stramaledettamente bene le cose. Questa cosa dell'invertising è interessantissima! In parte la stiamo già applicando in azienda con le nostre campagne "mirate"... ma mi sa che approfondirò!