venerdì, febbraio 12, 2010

Autostima


Due microeventi odierni mi hanno fatto tornare alla mente un ricordo singolare.

Primo microevento. Insieme alle amiche che ho conosciuto un annetto fa al corso preparto, avevamo organizzato una rimpatriata con i pargoli... poi in realtà abbiamo dovuto annullare tutto perché è venuto giù un mezzo nubifragio e nessuna mamma era entusiasta all'idea di mettersi in ballo con macchina, passeggino, ombrello e quant'altro, ma sta di fatto che ero stata per un paio di giorni nel [mode rimpatriata corso preparto on].

Secondo microevento. Saltellando per siti e blog, mi imbatto in questo, nella cui homepage campeggia questa frase: "E' molto facile trascorrere un'ora parlando dei propri problemi. Quando parliamo dei nostri sogni invece, cinque minuti ci sembrano lunghissimi: gli ostacoli ci fanno credere che siano sogni impossibili".

Alla lettura di quelle righe, i neuroni hanno fatto zot e hanno ricostruito un ricordo che risale al suddetto corso preparto. Prima lezione: ci si presenta, ci si conosce, insomma le solite cose. Siccome oltre che un corso sugli aspetti più pratici della gravidanza e del parto doveva essere anche un'occasione di relax fra ragazze/donne che avevano tutte in corpo la stessa eccitazione e la stessa fifa, si cominciava con un esercizio un po' new age: "Dividetevi a coppie e raccontate l'una all'altra cinque vostri pregi", dice la coordinatrice del corso.

Aveste visto le facce.
"Cinque pregi?"
"In che senso?"
"Cioè delle cose buone di noi?"
"Delle qualità?"
"Ma cinque?!?!?"
"Cinque sono tante..."

Sembrava che ci avessero chiesto di scalare l'Everest. A me venivano in mente più che altro delle referenze da colloquio di lavoro... "So scrivere bene in italiano, ho dato l'esame del First Certificate per la lingua inglese, non mi spaventa l'idea di lavorare anche tante ore di seguito..." Ma ovviamente non era quello il genere di pregi che dovevamo rivelare.

Poi, vabbè, in qualche modo tra una risata e l'altra, ce la siamo cavata. Sinceramente non ricordo cosa ho tirato fuori, tranne una mia qualità nella quale credo molto, che è la fedeltà (se ti viene l'idea di tradire la persona con cui stai, lasciala che fai prima; secondo me, chi tradisce ha un forte sostrato di cretineria nel suo DNA).

Ma a parte il risultato dell'esercizio, è stato sorprendente constatare quanto l'idea di scovare aspetti piacevoli di se stessi, e di doverli pure raccontare a qualcun altro, fosse comica e imbarazzante. Non me ne ero mai resa conto prima.

P.S. Ah... cosa c'entra la foca all'inizio, volete sapere? E' la fotografia che all'epoca mandavo agli amici che mi dicevano "dài, mandami una foto di te col pancione". Tanto, più o meno la stazza era quella... :-P

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