sabato, agosto 02, 2008

La classe non è acqua

Stavo archiviando un tot di vecchissima posta elettronica e ho ripescato una mail di cui quasi non mi ricordavo più.

Quasi.

Diverso tempo fa, capitò che un mio collega avesse inviato a un certo numero di editori una proposta pubblicitaria, che in soldoni diceva: "se vuoi ci sono degli spazi pubblicitari disponibili sulla nostra rivista, costano così e cosà, speriamo che l'offerta ti interessi".

Come sempre, alcuni dicono di sì, altri dicono di no. Tutto normale.

Un bel po' di mesi dopo, succede che sulla rivista venga pubblicata una recensione negativa su un fumetto pubblicato da uno degli editori che avevano risposto di no. Anche questo è normale, le recensioni negative sono sempre esistite, e prima o poi toccano un po' a tutti.

Il numero esce, e dopo un po' mi arriva una mail dall'editore in questione, che chiede: "Questo è ciò che otteniamo per non aver acquistato spazi pubblicitari?"

Bella, l'editoria a fumetti (e non sto parlando solo di quella italiana).
A volte, basta che uno stia seduto su una poltrona un po' più grande delle altre, e si sente in dovere di mostrare al mondo quanto è figo, cinico e spavaldo.

Oppure - punti di vista - quanto è un completo cazzone.

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