martedì, febbraio 12, 2008

Re-arranged!

Una delle cose che adoro di mio marito è l'effetto ingranaggio che si innesca quando parliamo di qualcosa. Ingranaggio nel senso che i concetti espressi dall'una si incastrano mirabilmente con quelli espressi dall'altro, comprendendosi alla perfezione e trasformando tutte le conversazioni (o quasi) in delle sorte di partite a ping-pong perfettamente coordinate. Non importa se siamo d'accordo su un certo argomento, cioè se la pensiamo allo stesso modo, ma è bello sapere che non ci sono incomprensioni o equivoci, che ciascuno capisce perfettamente cosa l'altro intende dire.
Detto questo, ieri c'è stata una partita a ping-pong breve ed intensa, di quelle che portano subito a casa un bel risultato. Io pensavo così, tu cosa ne dici, ma sì, perché no, tu controlla i voli che io controllo gli alberghi, tu controlla i biglietti che io controllo il conto corrente, potremmo fare così, poi potremmo andare colà, organizzarci in questo modo, scegliere questi orari.
E voilà, siore e siori, il ponte del primo maggio è deciso. Londra dal giovedì alla domenica, per andare a vedere Re-arranged, ovvero il one-woman-show di Maria Friedman, e poi qualcos'altro ancora da scegliere... ma ovviamente siamo orientati su un bel Wicked (anche perché mica lo sappiamo fino a quando ci sarà la possibilità di vedere in scena Kerry Ellis) e, se per allora sarà in zone non troppo remote, sul tour di Godspell (perché non vediamo Tiffany da tanto di quel tempo).
L'idea dello show di Maria Friedman, in particolare, mi esalta. L'ho vista in scena solo tre volte in vita mia: una volta nella versione concerto di Follies, dove interpretava Sally Durant, e le altre due in quel polpettone atomico che era The Woman in White... polpettone che riusciva a stare in piedi solo grazie alla Friedman stessa, una che ti fa tornare a sorbirti anche le nenie di Webber meno riuscite in nome della sua voce e della sua recitazione, una che nella scena del ritrovamento della sorella nell'ospedale psichiatrico fa commuovere fino alle budella anche i cuori di pietra come me. E poi, il solo fatto che sia bruttina e tracagnotta, per me è un inno alla meritocrazia teatrale: questa è una che muove le folle SOLO in virtù del suo talento e della sua voce!
Inizio pure ad avere voglia di tornarci, a Londra. Ormai è un po' che non ci vado, per tante ragioni. Ma sì, quattro giorni di pace solo per noi, il Ghigo ed io ce li meritiamo.

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