venerdì, febbraio 08, 2008

Maybe next year



"To flirt with rescue when one has no intention of being saved"...
La settimana scorsa mi era capitato di rivedere alcune sequenze dallo spettacolo Hey Mr Producer!, e mi ero confermata l'idea che ci sono ottimi motivi per cui Judy Dench è considerata una grandissima attrice, ma non una grandissima cantante.
Ci sono peraltro canzoni di cui anche una voce non eccelsa può dare un'interpretazione straordinaria, se la accompagna con una recitazione come si deve.
Risultato: Judy Dench che canta "Send in the Clowns" è una roba da pelle d'oca.
Le sensazioni che riesce a indurre con questa sua interpretazione (dovute naturalmente anche all'orchestra, all'arrangiamento, all'atmosfera, eccetera) sono così intense che a volte riescono a farmi piangere, pur essendo cosa nota che io non sono una facile alla commozione "da teatro", o quantomeno non nelle scene e nelle situazioni in cui la maggior parte del pubblico ci casca in automatico (ebbene sì, il mio cuore di pietra non si strugge MAI di lacrime quando Eponine muore fra le braccia di Marius in Les Miserables).
Oggi, per ragioni che non vale la pena raccontare, ho provato "in diretta" sensazioni molto simili a quelle evocate da "Send in the Clowns". Un certo senso di rassegnazione, di ingiustizia subìta, di delusione, di accettazione di un torto che non c'è modo di raddrizzare. Un coacervo di questioni che non sarà nemmeno possibile affrontare (e quindi almeno in parte sciogliere) nell'immediato. Maybe next year...
Insomma è stata una mezz'ora brutta, che ha influito sul resto della giornata. E siccome a volte mi concedo un po' di sano vittimismo, ecco che in testa a questo post ho inserito la rappresentazione ideale di quello che ho provato. Sperando che stasera il mio umore si raddrizzi almeno un po', e in effetti ho ragione di pensare che possa succedere. Hop! Forza e coraggio, via.

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