sabato, gennaio 26, 2008

Packaging

Sono a casa con l'influenza e quindi, sentendomi troppo incucalita per affrontare con profitto gli impegni di lavoro, ho deciso di dedicarmi finalmente a un'operazione che da troppo tempo procrastinavo: uno straccio di riordino della casa.
E intendo proprio di tutta la casa: studio, due camere da letto, salotto e sgabuzzino. Diciamo che non riorganizzo il bagno e la cucina solo perché non sono capace di estirpare i sanitari e i pensili dal loro posto e metterli dove mi piacerebbe di più.

Il riordino avviene "a cascata". Se libero un paio di ripiani nello studio, posso ottenere dello spazio dove collocare i lavori in corso (fogli, fotocopie, depliant, disegni, CD, lettere). Se colloco nello studio i lavori in corso, significa che posso toglierli dal salotto, dove occupano indebitamente quasi tutto il tavolo. Se libero il tavolo del salotto, posso usarlo per stenderci sopra, misurare e catalogare una serie di poster cinematografici che devo decidermi a vendere o regalare. Se metto sul tavolo del salotto i poster (e poi li porto giù in garage insieme agli altri), significa che posso toglierli dallo sgabuzzino, dove andranno a finire cinque o sei paia di scarpe al momento buttate alla rinfusa in un angolo della camera da letto. Se libero altro posto nello sgabuzzino, significa poterci mettere alcune scatole piene di maglie e magliette rimaste a vegetare sul comò della camera da letto, il che significa poter archiviare anche altri capi d'abbigliamento che debordano dai cassetti e ridare un senso all'armadio. Se ridò un senso all'armadio della mia camera, posso ridare un senso anche all'armadio dell'altra camera, dove sono state buttate varie cose (arrivate da casa di mia suocera) che non abbiamo mai avuto il tempo di vagliare e selezionare. Se ridò un senso all'altra camera, potrò sia darle un aspetto decente per quando capita di avere ospiti, sia traslocarci ordinatamente alcune serie di fumetti dallo studio. E così si ritorna all'origine della cascata.

In realtà ci sarebbe anche da riparare la lavastoviglie (mio marito sostiene di saperlo fare, ma quando mai può avere la voglia di mettercisi? e lo capisco), appendere i porta-dvd prima che le cataste in salotto franino, archiviare definitivamente opere di gioventù a cui non ho il coraggio di dire addio, risistemare in cucina il televisore piccolo, inscatolare l'ultima annata completa di Autosprint, mettere le copertine a tutte le custodie dei dvd di musical, e più ci penso più me ne vengono in mente. Forse per la fine del 2009 ce la faccio.

Mezz'ora fa ho dato un colpo di telefono a mio marito e gli ho detto: «Seeeeenti... quando torni a casa, non è che passeresti al Castorama a comprare altre quattro di quelle staffe di metallo nere... sai quelle con cui abbiamo appeso i ripiani nello studio?»
Lui, con un filo di voce: «Oddio ti sei messa a sistemare casa...»

Comunque, nel frattempo, una grande lezione l'ho imparata. Mai, mai, dico MAI, parcheggiare "temporaneamente" intere borsate di adorati fumetti in uno sgabuzzino che viene assiduamente frequentato da una gatta di otto chili a pelo lungo. Adesso che finalmente quei fumetti hanno trovato un posto, perdono pelo come stessero facendo la muta. E vi assicuro, dare l'aspirapolvere ai fumetti ha un che di straniante e surreale. °__°

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