venerdì, ottobre 12, 2007

Abitudini dure a morire

Succede che mio marito sia andato per lavoro in Slovacchia, a visitare l'azienda di un cliente dell'azienda per cui lavora appunto mio marito. Si tratta di una ditta (quella slovacca, dico) che si occupa della lavorazione industriale di metalli, e quindi hanno dei capannoni con dei macchinari che fanno appunto questa cosa.

Ora, nel capannone più recente, ci sono una ventina di macchine che sono state acquistate con un ingente finanziamento della Comunità Europea... sono quei bestioni di macchinari dove uno inserisce un pezzo di metallo, poi avvia la macchina, e questa lavora il metallo in lungo e in largo finché, ad operazione ultimata, è ora di tirare via il pezzo lavorato e inserire un nuovo pezzo grezzo.

Bene, facciamo due conti.

Venti macchine, ciascuna delle quali ha un tempo di lavorazione di diciassette minuti. Ovvero, dal momento in cui l'operaio avvia il macchinario al momento in cui lo spegne, passano diciassette minuti.

Serve inoltre un minuto o poco più per inserire il pezzo di metallo grezzo, fissarlo coi morsi, ecc ecc, e un altro minuto o poco meno per togliere il pezzo lavorato e appoggiarlo sulla pila dei pezzi lavorati. Diciamo, per comodità di calcolo, che tra mettere e togliere se ne vanno altri tre minuti. Quindi, 20 minuti in tutto per l'intero ciclo di lavorazione di una macchina.

Ne consegue che, in teoria, un solo operario potrebbe gestire tutte e venti le macchine o quasi, avviandole a un minuto di distanza l'una dall'altra. Diciamo pure che, per evitare un ritmo troppo serrato, per aiutare a risolvere eventuali intoppi, per permettergli di andare in bagno, e per dare al primo operaio uno straccio di contatto umano, anche un secondo operaio potrebbe essere addetto allo stesso gruppo di macchine.

Questa la teoria.

La pratica: quanti operai lavorano in quel capannone?

L'indizio: anni fa, la Slovacchia faceva ovviamente parte del blocco sovietico, e certe abitudini sono dure a morire.

La risposta: venti macchine = venti operai.

Ciascuno dei quali lavora UN minuto circa per inserire il metallo grezzo, poi UN altro minuto circa per togliere il pezzo lavorato, e nei restanti DICIASSETTE minuti sta SEDUTO A GUARDARE LA MACCHINA.
O in alternativa a fumarsi una sigaretta, passeggiare per il capannone, chiacchierare coi colleghi.

A parte che c'è ancora gente che si chiede machissàcomemai è crollata l'Unione Sovietica... e certo, con dei simili tassi di produttività, è giusto domandarsi perché non godessero tutti di un benessere praticamente illimitato e non fossero al settimo cielo.

Ma poi... a noi chi lo restituisce l'ingente finanziamento della Comunità Europea che serve a mettere lì 18 operai a grattarsi gli zebedei?!? Minkia! Pure il festival con cui io collaboro riceveva, tempo fa, una sovvenzione (minima, NON ingente) dall'Europa, ma noi dello staff lavoriamo dodici ore al giorno (quando va bene) a ritmi inumani! Questi stanno DICIASSETTE MINUTI a non fare un cazzo, poi DUE O TRE MINUTI a togliere e mettere, e poi di nuovo DICIASSETTE MINUTI a non fare un cazzo, e via così tutto il dannatissimo giorno!!!

Adesso, per me la Slovacchia dovrà anche metterci il suo tempo a guarire dalle abitudini, facciano pure. Ma almeno coi soldi degli altri, potrebbero pure sforzarsi un attimo di più. Io non potrò andare in Slovacchia ad avviare venti macchine una dietro l'altra, ma se questo è il modo in cui vengono usati gli investimenti fatti con le nostre tasse nei paesi in via di sviluppo, allora hai voglia quanto tempo gli serve, prima di sviluppare!

Io nel frattempo mi faccio l'idea che, di 'sto passo, tentare di evadere le tasse diventa impresa nobile ALMENO quanto cercare il Graal. Eccheccavolo.

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