venerdì, ottobre 13, 2006

Avorio

Avevo dimenticato quanto fossero belle le poesie di Mario Luzi, forse l'unico poeta contemporaneo che sia mai riuscito a ipnotizzarmi coi suoi versi. Pagherei qualunque cosa per essere in grado di scrivere cose come questa (che è tratta dalla raccolta Avvento notturno).

Avorio

Parla il cipresso equinoziale, oscuro
e montuoso esulta il capriolo,
dentro le fonti rosse le criniere
dai baci adagio lavan le cavalle.
Giù da foreste vaporose immensi
alle eccelse città battono i fiumi
lungamente, si muovono in un sogno
affettuose vele verso Olimpia.
Correranno le intense vie d'Oriente
ventilate fanciulle e dai mercati
salmastri guarderanno ilari il mondo.
Ma dove attingerò io la mia vita
ora che il tremebondo amore è morto?
Violavano le rose l'orizzonte,
esitanti città stavano in cielo
asperse di giardini tormentosi,
la sua voce nell'aria era una roccia
deserta e incolmabile di fiori.

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