venerdì, settembre 22, 2006

Basita

Questa è breve, ma merita.
Due o tre giorni fa: giornata di sole, ora di pranzo, mi reco al parco. Ho con me un libro contenente dei saggi di semiotica del fumetto e devo assolutamente studiarne per bene uno, nel minor tempo possibile e quindi con la massima concentrazione possibile, per ragioni di lavoro. Sono armata di occhiali da sole e Ipod, per isolarmi più che posso. Mi piazzo su una panchina, tiro fuori il mio armamentario, apro il libro e inizio a studiare il saggio, sottolineando alcuni passaggi a matita.
Insomma: posto che uno non avesse proprio il Q.I. di un branzino, era alquanto evidente che stavo studiando.
Improvvisamente, al margine del mio campo visivo vedo muoversi qualcosa. Alzo lo sguardo e mi ritrovo un tizio, seduto su una panchina accanto alla mia, che muove la mano davanti a me per attirare la mia attenzione.
Tolgo un auricolare in modo da non passare completamente da cafona, lo guardo e lui (indicando la copertina del libro, che mostra una vignetta di un fumetto d'epoca): "Cos'è, un rebus?"
Già qui resto basita da questa domanda così arguta e dalla evidente intenzione del tizio di attaccare bottone, nonostante (ribadisco) fosse e-vi-den-te che ero intenta a una lettura e che non avevo intenzione di distrarmi.
Rispondo, con un tono che non ammetteva possibilità di errore: "No, è un libro di testo, sto stu-dian-do". Tradotto: e - tu - dannato - rompiballe - devi - lasciarmi - studiare.
Lui (e qui tocchiamo veramente l'apice), scuotendo la testa e con l'espressione di un rettile appena emerso da mesi di letargo: "Ah, io non li so fare, i cruciverba..."
La mia mascella precipita a terra e sfoggio lo sguardo di chi non capisce se (A) sta dicendo sul serio, (B) mi sta pigliando per i fondelli, (C) sono su Candid Camera.
Sono passati alcuni giorni e tuttora mi viene da guardami alle spalle col timore di ritrovarmi pedinata da un operatore con una cinepresa. Ma si può?!?

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